Bartolomeo Vanzetti, l’anarchico di Villafalletto a cui è intitolato il nostro Istituto

Un tetto per ogni famiglia, un pane per ogni bocca.

Il motto di Bartolomeo Vanzetti e Nicola Sacco, uccisi – innocenti – nel 1927 sulla sedia elettrica, resta attuale dopo 90 anni.

Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, rispettivamente pugliese e piemontese, emigrarono negli Stati Uniti nel 1908. Vissero e lavorarono nel Massachusetts facendo i mestieri più disparati, come consuetudine in quegli anni per gli immigrati, Sacco calzolaio, Vanzetti pescivendolo, professando le loro idee anarchiche e pacifiste. Nell’agosto del 1927 vennero condannati alla sedia elettrica con l’accusa di aver ucciso, nel corso di una rapina, il cassiere e la guardia giurata di un negozio di calzature. Il processo, istituito contro di loro, non giunse mai alla prova certa di accusa ma fu fortemente condizionato dall’ansia di placare un’opinione pubblica furiosa e avvelenata dalla violenza, a cui bisognava dare dei colpevoli.
Era proprio “ingiustizia” la parola che dominava le opinioni sulla vicenda: la sensazione generale era che, alla base del verdetto di condanna di Sacco e Vanzetti, vi fosse nient’altro che la politica del terrore che caratterizzava il clima politico statunitense di quegli anni, instaurata indiscriminatamente contro anarchici, operai, sindacalisti e masse popolari.
Sacco e Vanzetti ribadirono fino all’ultimo la loro innocenza ma, nonostante nel 1925, un pregiudicato, tal Celestino Madeiros, si accusasse di aver partecipato alla rapina assieme ad altri complici, scagionando completamente i due italiani e, nonostante appelli e manifestazioni di solidarietà e di richiesta di assoluzione da parte dell’opinione pubblica mondiale, la notte del 23 agosto 1927 furono giustiziati.
Quando la decisione di condanna a morte fu resa nota, le strade si riempirono di gente e le voci della manifestazione accompagnarono Sacco e Vanzetti fino al giorno della loro morte, dieci giorni dopo. Anche l’Italia fu scossa: Benito Mussolini, nonostante l’ideologia politica lo allontanasse da Sacco e Vanzetti, si adoperò perché i due italiani fossero risparmiati. Anche numerosi intellettuali, tra cui Albert Einstein e Bertrand Russell, sostennero con una campagna Sacco e Vanzetti. Ma ogni iniziativa fu inutile.
Di tutta la vicenda è opportuno far notare l’estrema coerenza e convinzione nei valori professati da Sacco e Vanzetti, mai rinnegati fino alla fine, e il forte legame di amicizia che li tenne uniti per tutta la loro esistenza, anche nel momento in cui salirono sulla sedia elettrica, con un coraggio ed una umanità su cui tutti dovremmo riflettere.

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